STORIA

Cenni storici

Il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio è un Ordine Equestre le cui origini, per tradizione, vengono fatte risalire all’Imperatore Costantino, dopo l’apparizione della Croce a Saxa Rubra, ed è pertanto considerato uno dei più antichi ordini cavallereschi.

Si propone la propagazione della Fede e la glorificazione della Croce e dà il suo contributo d’azione e di attività nelle opere di Assistenza Sociale e Ospedaliera.

Il più antico documento conosciuto, relativo ai Cavalieri Costantiniani, risale al 1190 ed è lo statuto riformato dall’Imperatore d’Oriente Isacco IV Angelo Flavio Comneno.

Il Gran Magistero passò di padre in figlio nella dinastia dei Comneno fino all’ultimo di loro, il quale, per evitarne l’estinzione in mancanza di successori, lo trasferì al Duca di Parma Francesco Farnese. Il passaggio fu sanzionato con la bolla “Sincerae Fidei” del 24 ottobre 1697 da Papa Innocenzo XII. Il Papa Clemente XI, già Cardinale Protettore dell’Ordine, con la bolla “Militantis Ecclesiae” del 27 maggio 1718, pose l’Ordine sotto la protezione della Santa Sede e accordò privilegi abbaziali al Gran Priore. Antonio Farnese, ultimo Duca di Parma, trasferì la suprema dignità dell’Ordine a Carlo di Borbone, figlio della nipote Elisabetta Farnese e di Filippo V Re di Spagna che, salito al Trono di Napoli, vi stabilì la Sede dell’Ordine e nel 1759 trasferì i suoi diritti al figlio Ferdinando IV.

A lui succedettero Francesco I (1825 1830), Ferdinando II (1830-1859) e Francesco II (1836-1894), ultimo Re delle Due Sicilie.

L’unificazione italiana privò l’Ordine Costantiniano dei suoi beni materiali, ma la Real Casa di Borbone delle Due Sicilie ne conservò il Gran Magistero poiché esso costituisce un Ordine Dinastico Familiare.

La Santa Sede, in varie occasioni, riconobbe la legittimità della continuazione dell’Ordine sotto il Gran Magistero del Capo della Real Casa di Borbone delle Due Sicilie.

Attuale Gran Maestro è S.A.R. il Principe Carlo di Borbone delle Due Sicilie, Duca di Castro, successore del Suo Augusto Genitore il Principe Ferdinando (1926-2008) successore del Suo Augusto Genitore il Principe Ranieri (18831973), a sua volta successore del Suo germano, il Principe Ferdinando Pio (1869-1960) che aveva ereditato la Suprema Dignità da S.A.R. il Conte di Caserta Alfonso di Borbone (1841-1934), fratello di S.M. Francesco II, ultimo Re di Napoli.

La sede del Gran Magistero è presso il Gran Maestro e quella della Gran Cancelleria è in Napoli. La segreteria operativa è in Roma, Via Giosuè Carducci, 4.

Il Gran Maestro governa l’Ordine, assistito dalla Reale Deputazione, composta dalle Grandi Cariche: Gran Prefetto, Gran Priore, Gran Cancelliere, Gran Tesoriere; dal Presidente, Vice Presidente e Segretario e dagli attuali Deputati.

S.A.R. il Gran Maestro è anche assistito da un Consiglio Giuridico Magistrale e, per la parte araldico-nobiliare, da una Commissione Magistrale.

I Cavalieri e le Dame sono divisi in tre categorie: Giustizia, Grazia e Merito.

Lo Stato Italiano ha sempre riconosciuto formalmente la legittimità dell’Ordine e, dal 1963, autorizza i cittadini italiani a fregiarsi delle decorazioni del medesimo ai sensi dell’art. 7 della Legge 178 del 3 marzo 1951.

L’Ordine è altresì iscritto alla Cancelleria del Tribunale di Napoli nel registro delle persone giuridiche.

I cittadini italiani insigniti della Croce dell’Ordine possono far parte dell’Associazione dei Cavalieri Costantiniani eretta in Ente Morale con Decreto del Presidente delta Repubblica n. 337 del 30 marzo 1973.

L’Ordine ha inoltre conseguito a partire dal 1 agosto 2011 lo status consultivo presso il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite (ECOSOC) anche per l’apprezzamento, da parte del comitato delle Nazioni Unite, di numerose attività umanitarie intraprese in tutto il mondo a favore dei meno fortunati.

Inoltre, l’Ordine Costantiniano ha ottenuto lo status di Osservatore presso la Commissione Economico Sociale per l’Asia e il Pacifico delle Nazioni Unite (UN –ESCAP – Economic and Social Commission for Asia and the Pacific). Si tratta di una realtà molto importante che vede rappresentati 53 Stati Membri e 9 Stati Associati nella macroregione Asia e Pacifico, oltre a numerosi stakeholders privati della zona, fungendo da hub regionale delle Nazioni Unite. Ha lo scopo di promuovere la cooperazione tra i Paesi per raggiungere uno sviluppo inclusivo e sostenibile promuovendo l’integrazione regionale per far avanzare le risposte alle vulnerabilità condivise, la connettività, la cooperazione finanziaria e l’integrazione del mercato.
L’Ordine è stato invitato a collaborare con questa importante Organizzazione per far progredire l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile nella macroregione e per le diverse attività in essere.

L’Ordine ha delegazioni in tutte le Regioni italiane, nella maggior parte delle Nazioni Europee e Americane.

Il Gran Magistero della Casa di Borbone delle Due Sicilie

S.A.R. il Principe Carlo di Borbone delle Due Sicilie, Duca di Castro, Gran Maestro del Sacro Militare Ordine Costantiniano si San Giorgio

Dopo la conquista del Regno di Napoli, Carlo aveva qui trasferito anche la sede del Gran Magistero dell’Ordine Costantiniano, lasciando al fratello minore Filippo il Ducato di Parma e Piacenza (1748). Come abbiamo detto, essendo poi dovuto salire al Trono di Spagna nel 1759 (ed essendo quindi costretto ad abbandonare quello di Napoli e Sicilia per ragioni politiche e dinastiche di cui rendiamo conto nella voce dedicata a Carlo di Borbone, con atto sovrano del 6 ottobre 1759 egli cedette al suo terzogenito Ferdinando tutti i beni allodiali italiani, e volle, con atto espressamente separato, cedere anche il Gran Magistero Costantiniano, in quanto Ordine Familiare legato ai successori ed eredi del fidecommesso farnesiano.

La Santa Sede riconobbe esplicitamente e chiaramente nei Borbone di Napoli il possesso del Gran Magistero Costantiniano con il Monitorium del 19 dicembre 1763 di Clemente XIII, ove il Pontefice ingiungeva ai vescovi ed in generale a tutti coloro che hanno cura di anime, di non turbare i Cavalieri di San Giorgio nel possesso pacifico dei loro privilegi e ricordava le Bolle dei suoi predecessori insistendo sul fatto che se un conflitto sorgesse tra il Magistero e l’Autorità ecclesiastica «esso non potrebbe che essere trattato davanti alla Camera Apostolica». Questo Monitorio generale fu emanato ad istanza del Cavaliere di Gran Croce Petraccone Caracciolo, Duca di Martina, a nome anche degli altri Cavalieri di Gran Croce, e con esso si comminano pene e censure ai perturbatori dei privilegi accordati al detto Ordine in forza delle Bolle Sinceræ Fidei e Militantis Ecclesiæ rispettivamente di Innocenzo XII e Clemente XI.

Degno di nota è rilevare che, sempre sotto il Gran Magistero di Ferdinando IV, con il Breve di Pio VI Rerum humanarum conditio, del 24 marzo 1777, venne ratificata l’aggregazione all’Ordine Costantiniano dei beni appartenuti al soppresso Ordine monastico di S. Antonio Viennese, insistenti su tutto il territorio del Regno di Napoli.

Esistono numerose fonti di diritto positivo che dimostrano “l’indole familiare” dell’altissima dignità gran magisteriale, fra cui degno di nota è un “Dispaccio” del Re Ferdinando IV datato 8 marzo 1796, che per il suo rilievo appare opportuno richiamare: «(…) avere il Re ponderatamente preso nella dovuta considerazione che nella Sacra Real Persona concorrono ben due distinte qualità, l’una di monarca delle Due Sicilie e l’altra di Gran Maestro dell’Ordine Costantiniano, le quali benché gloriosamente si uniscono in se stesse, formano nondimeno due Signorie indipendenti, e per leggi e per prerogative e per privilegi e soprattutto per la giurisdizione (…) tanto che i predecessori Gran Maestri di tal Ordine hanno formato un Codice di Costituzioni denominato Statuti, nei quali si scorge una precisa volontà di stabilire una Giurisdizione Privativa e per l’Ordine stesso e per i Cavalieri ed individui, eligendo a tale effetto un Supremo Magistral Consiglio per la cognizione di tutti i diritti, prerogative e cause che se li appartengono».

L’Ordine Costantiniano sotto il Gran Magistero di S.M. Francesco I conobbe un periodo di floridezza e di tranquillità per il quale venne rafforzata l’unione personale alla persona del Sovrano delle Due Sicilie della suprema carica della più antica Istituzione Equestre.

Con l’avvento al Trono di Ferdinando II il Gran Magistero dell’Ordine fu riconfermato di fatto al titolare della Sovranità del Regno delle Due Sicilie per mezzo del Breve Maxima et præclarissima di Papa Pio IX del 17 luglio 1851.

Le vicende successive all’unificazione d’Italia, segneranno il destino della Famiglia Borbone delle Due Sicilie, ancora oggi però assai radicata nel sentimento più profondo delle popolazioni meridionali e ad esse indissolubilmente legata.

Francesco II, ultimo sovrano delle Due Sicilie, dopo la fine del Regno, seguitò a detenere il Gran Magistero dell’Ordine Costantiniano fino alla sua morte avvenuta il 27 dicembre 1894. Durante il periodo del suo magistero egli aveva accolto il Breve Quæ in rei sacræ, del 17 settembre 1863, con il quale il Beato Pontefice Pio IX, a causa dei rivolgimenti politici del 1860 in Italia, stabiliva che la Chiesa Costantiniana di Sant’Antonio Abate in Napoli e tutti i beni Costantiniani ivi esistenti, fossero sotto la temporanea dipendenza dell’Arcivescovo di Napoli, fino a che la Santa Sede non avesse provveduto altrimenti. Francesco II intanto aveva seguitato a concedere le onorificenze dell’antichissima istituzione cavalleresca a coloro che in modo più stretto e leale erano rimasti fedeli alla sua persona, nonché ad eminenti ed illustri personaggi della Corte Pontificia e delle altre corti europee conosciuti durante il suo soggiorno a Roma, quando fu ospite del Papa.

Dopo il 1860 infatti il Magistero Costantiniano era rimasto l’unico esercizio concreto e reale di un potere indipendente svincolato da qualunque territorialità sovrana ed internazionalmente riconosciuto.

Il Gran Magistero dell’Ordine Costantiniano, ritenuto per diritto ereditario dal Capo della Real Casa di Borbone delle Due Sicilie, ha saputo così conciliare l’essenza della propria istituzione con i tempi, adattandosi alle moderne esigenze e sviluppando in modo esponenziale un’attività eminentemente sociale di assistenza ai più bisognosi e di beneficenza, non trascurando l’aspetto della cura spirituale dei Cavalieri e delle Dame. Degna di particolare nota è l’attività assistenziale svolta durante la Prima e la Seconda Guerra Mondiale a favore dei feriti con i Membri dell’Ordine impiegati all’interno dei nosocomi delle più grandi città: basti citare per tutti l’Ospedale Militare di Napoli, oppure le attività di ausilio all’Opera della Croce Rossa.

All’ultimo Sovrano delle Due Sicilie, morto senza discendenti diretti, successe il fratello Alfonso, Conte di Caserta. Sotto il Gran Magistero di S.A.R. il Conte di Caserta, l’Ordine Costantiniano conobbe un periodo di grande considerazione per via degli intensi legami che l’Istituzione cavalleresca ebbe con la Santa Sede. Papa San Pio X con il Breve del 7 marzo 1910 nominò il Cardinale Domenico Ferrata Protettore dell’Ordine e con il Placet del 22 marzo 1911 approvò l’erezione della Chiesa Abbaziale di Santa Maria a Cappella, detta delle Crocelle in Napoli, quale sede dell’Ordine. In data 7 aprile 1911 e in data 2 aprile 1913 appose il Placet ai decreti magistrali concedenti speciali insegne ai Cavalieri Ecclesiastici Cappellani dell’Ordine e altri privilegi e ancora il 3 dicembre 1913 nominò il Cardinale Francesco di Paola Cassetta nuovo Protettore dell’Ordine.

Sempre sotto il Gran Magistero di S.A.R. il Conte di Caserta, l’Ordine Costantiniano ebbe un ruolo di grande rilievo nella Commissione pontificia incaricata per le celebrazioni in occasione del XVI centenario della promulgazione dell’Editto di Milano ad opera dell’Imperatore Costantino, nel quale veniva sancita la fine delle persecuzioni dei Cristiani e la libertà di culto su tutti i territori dell’Impero.

Per volere del Papa San Pio X, venne nell’occasione eretta la Chiesa di Santa Croce a Ponte Milvio (elevata poi al rango di Basilica minore da Papa Paolo VI nel 1965). Fu lo stesso Pontefice a sostenere le spese di costruzione ed il luogo scelto fu quello in cui, secondo la tradizione, l’imperatore Costantino fece suonare le trombe per annunciare alla Città la fine delle ostilità contro i Cristiani. Nella Basilica è presente una Cappella dedicata a San Giorgio Martire, protettore dell’Ordine Costantiniano, realizzata grazie alla munificenza del Cavaliere Ecclesiastico Eugenio Pacelli, futuro Papa Pio XII.

Nell’ambito di questo secolare anniversario, il Gran Maestro S.A.R. il Conte di Caserta dette disposizioni affinché venisse realizzata una ricostruzione, il più possibile fedele alle indicazioni storiche, del Labaro costantiniano. Tale vessillo, confezionato in seta rossa moiré con ricami in canutiglia d’oro e pietre dure e sorretto da un’asta in bronzo dorato sormontata dal Monogramma di Cristo “XP”, è stato benedetto il 29 dicembre 1913, presso il Palazzo Apostolico del Vaticano, dal Papa San Pio X in presenza di S.A.R. il Principe Ferdinando Pio, Duca di Calabria e figlio del Gran Maestro, e di un’autorevole rappresentanza di Dignitari e Cavalieri dell’Ordine. Attualmente il Labaro costantiniano è conservato nella Sede della Gran Cancelleria a Roma.

S.A.R. il Gran Maestro, Conte di Caserta, ottenne successivamente da Benedetto XV il Breve Ad futuram rei memoriam del 13 dicembre 1916, con il quale il Papa, riferendosi ad un Breve del 17 settembre 1863 del suo predecessore il Beato Pio IX, dispose la restituzione all’Ordine Costantiniano della Chiesa di Sant’Antonio Abate in Napoli e riconobbe nell’allora Gran Priore e nei suoi successori l’Abate titolare di detta Chiesa con giurisdizione sul Clero Costantiniano per le cose che concernono l’Ordine. Il 9 luglio 1919 S.A.R. il Conte di Caserta accolse il decreto del Pontefice con il quale veniva concesso il Privilegium Officiorum per uso del clero del Sacro Militare Ordine Costantiniano, approvando pure le variazioni apportate agli Statuti dell’Ordine. Infine, con Breve del 9 giugno 1919, venne nominato dal Pontefice l’ultimo Protettore dell’Ordine nella persona del Cardinale Vittorio Amedeo Ranuzzi de’ Bianchi.

Alla morte del Conte di Caserta, gli successe nella titolarità di Capo della Real Casa di Borbone delle Due Sicilie il figlio primogenito S.A.R. il Principe Ferdinando Pio, Duca di Calabria che detenne il Gran Magistero Costantiniano fino alla sua morte avvenuta a Lindau in Baviera il 7 gennaio 1960. Degna di nota, in questo periodo, fu la lettera del 24 maggio 1943 con la quale il Pontefice Pio XII ringraziò S.A.R. il Duca di Calabria e tutti i membri dell’Ordine Costantiniano per il contributo inviato per l’erigenda Chiesa di Sant’Eugenio in Roma, ed impartisce al Gran Maestro ed a tutti i Cavalieri l’Apostolica Benedizione.

Commenta l’autorità di Ettore Gallo: «Dall’esame complessivo e comparativo dei documenti pontifici citati, la dottrina ha potuto ricavare alcune considerazioni di rilievo: innanzitutto il costante riconoscimento oltre che gratitudine della Santa Sede verso l’Ordine Costantiniano; inoltre, l’attribuzione al suo Gran Maestro, appellato ripetutamente nei documenti papali “perpetuus administrator Militiæ Auratæ Constantinianæ” dei poteri di nomina dei Cavalieri, di guida dell’Ordine e di interprete degli antichi Statuti Farnesiani»[1].

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, con l’avvento dell’Istituzione repubblicana in Italia, la realtà dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio e del suo Magistero trova cittadinanza nel rinnovato Stato peninsulare poiché esso è considerato come ordine cavalleresco non statuale, bensì dinastico-familiare, totalmente estraneo all’ordinamento italiano come origine ed evoluzione storica. S.A.R. il Gran Maestro Ferdinando Pio si compiacque accondiscendere ché le onorificenze da lui concesse sul territorio italiano venissero riconosciute pienamente valide dalla Legge n. 178 del 1951.

A S.A.R. il Principe Ferdinando Pio, Duca di Calabria, succede come Capo della Real Casa e Gran Maestro il fratello S.A.R. il Principe Ranieri di Borbone delle Due Sicilie, Duca di Castro che in data 17 giugno 1965 riforma e promulga i nuovi Statuti dell’Ordine; in pari data fa redigere e promulga con Decreto Magistrale le Norme araldiche e un Regolamento per l’accesso all’Ordine.

A S.A.R. il Principe Ranieri, succede il figlio S.A.R. il Principe Ferdinando, Duca di Castro, che assume il Gran Magistero costantiniano il 13 gennaio 1973 alla morte del padre, fino al suo decesso avvenuto in Domaine de la Combe il 20 marzo 2008. Durante i trentacinque anni della sua guida dei Cavalieri e Dame Costantiniani, l’Ordine assume veramente una dimensione cosmopolita strutturandosi in Delegazioni e Rappresentanze sparse in Italia e nel resto del mondo. Il Consiglio di Stato della Repubblica italiana, il 26 novembre 1981 con un articolato Parere sentenzia: “Pur dopo la devoluzione al demanio statale dei suoi beni materiali, l’Ordine Costantiniano rimase, infatti, come entità cavalleresca, religiosa e militare, nel patrimonio familiare della Casa anzidetta, di cui è attualmente Capo Carlo, Duca di Castro”.

Ultimo Gran Maestro di Casa Borbone delle Due Sicilie è l’attuale Duca di Castro S.A.R. il Principe Carlo, succeduto al genitore dal 20 marzo 2008. Ad esso va ascritto il merito di ulteriore incremento delle attività dell’Ordine con la nascita di nuove Delegazioni, il riconoscimento delle attività dei Cavalieri e delle Dame Costantiniani da parte dei governi di numerose nazioni nel mondo e soprattutto l’ingresso dell’antichissima Istituzione equestre nel Consiglio Economico e Sociale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ECOSOC dell’O.N.U) nel luglio 2011.

[1] – Ivi, p. 34.

Bandiere dell’Ordine

La Bandiera del Gran Magistero del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio

E’ in stoffa di colore bianco, di forma quadrata, bordata da una frangia d’oro ed ha ricamato al centro, in entrambi i campi, la Croce Costantiniana; nei quattro angoli vi sono ricamati in oro quattro gigli contornati da una ghirlanda di alloro di forma ovale. L’asta è fasciata di velluto rosso e ornata di bullette di ottone dorato a linea spirale. La freccia è a forma di lancia con una costolatura verticale in rilievo in ambo i lati.

La Bandiera del Gran Magistero del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio

La Bandiera dei Delegati Del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio

E’ in stoffa di colore bianco, di forma quadrata, bordata da una frangia d’oro ed ha ricamato al centro, in entrambi i campi, la Croce Costantiniana. L’asta è fasciata di velluto rosso e ornata di bullette di ottone dorato a linea spirale. La freccia è a forma di lancia con una costolatura verticale in rilievo in ambo i lati.

La Bandiera dei Delegati Del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio

LA BANDIERA DEL SACRO MILITARE ORDINE COSTANTINIANO DI SAN GIORGIO

E’ in stoffa di colore bianco, di forma quadrata ed ha ricamato al centro, in entrambi i campi, la Croce Costantiniana. L’asta è fasciata di velluto rosso ed ornata di bullette di ottone dorato linea spirale. Le freccia è a forma di lancia con una costolatura verticale in rilievo in ambo i lati.

La Bandiera del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio

Uniforme Militare dell’Ordine

Uniforme Militare da Cavaliere di Gran Croce con Placca d’oro

CAPPELLO: feluca in feltro nero, guarnita di piume di struzzo nero, bordata da un gallone d’oro di mm 50 di altezza, coccarda in seta plissettata celeste di mm 95 di diametro, attraversata da quattro cordoni d’oro, fermati da un bottone di metallo dorato di mm 21 recante al centro la Croce Costantiniana.

TUNICA: in panno “bleu de roi”, a doppio petto, con due file di sei bottoni in metallo dorato di mm 21 recanti al centro la Croce Costantiniana; collo (alt. mm 50) e paramani (alt. mm 120) in panno bianco con ricchi fregi ricamati in filo d’oro alternanti fronde di alloro e fronde di quercia, inquadrati da tripla bordura pure in filo d’oro (rispettivamente mm 45 e mm 75). Alle maniche tre bottoni in metallo dorato di mm 15 recanti al centro la Croce Costantiniana. Sulle spalle passanti in doppio gallone d’oro su fondo rosse per il fissaggio delle spalline.

PANTALONI: in panno “bleu de roi” con banda laterale di gallone in filo d’oro di mm 38.

SPALLINE: interamente ricamate in filo d’oro su fondo di panno rosso, recanti un bottone in metallo dorato di mm 15 come i precedenti nonché la Croce Costantiniana di mm 40 in oro e smalto color porporino.

CINTURA: alta mm 40, in triple gallone d’oro su fondo di pelle e seta color rosso; fibbia in metallo dorato di mm 50 di diametro con al centro la Croce Costantiniana entro corona di fronde d’alloro.

SPADA: a forma di Croce, a lama piatta, in metallo dorato, con l’impugnatura in madreperla.

SPERONI: in metallo dorato con fregi.

GUANTI: bianchi

L’uniforme riprodotta e riservata ai Balì Cavalieri di Gran Croce di Giustizia, ai Cavalieri di Gran Croce di Giustizia, ai Cavalieri di Gran Croce con Placca d’oro.

I Bali Cavalieri di Gran Croce di Giustizia, decorati del Collare, e i Cavalieri di Gran Croce con Placca d’oro, decorati del Collare, portrano la feluca con piume di struzzo bianche.

I Cavalieri di Gran Croce di Grazia hanno i ricami del collo ed i paramani ridotti rispettivamente a mm 30 e mm 50.

I Cavalieri di Gran Croce di Merito hanno il collo ed i paramani senza ricami e solamente inquadrati da una tripla bordura in oro.

I Commendatori e i Cavalieri di Giustizia, così come i Commendatori e i Cavalieri di Grazia, cosi come i Commendatori e i Cavalieri di Merito, portano la medesima uniforme dei Cavalieri di Gran Croce della loro Categoria ma con la feluca senza piume di struzzo e senza la bordatura del gallone d’oro, e le spalline in tessuto d’oro liscio senza ricamo.

Mantello dell’Ordine

Mantello dell’Ordine

MANTELLO: in panno “bleu de roi” con collo in velluto color porporino, alto mm 55, ricamato e bordato in filo d’oro con fronde d’alloro alternate a gigli; chiuso da due fermagli rotondi di mm 50 in metallo dorato, con la Croce Costantiniana entro corona di alloro, uniti da una catena di spine pure in metallo dorato. Sulla spalla sinistra grande Croce Costantiniana di cm 25 ricamata in filo d’oro su velluto color porporino. Il mantello riprodotto è riservato a tutti i gradi delle Categorie di Giustizia e Speciale.

La Categoria di Grazia ha il collo del mantello bordato d’oro senza ricami.

La Categoria di Merito ha il collo del mantello senza bordatura e senza ricami.

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